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sabato 26 luglio 2014

La Foresta che Avanza contro l'uso dell'arco per fini venatori.

Terni, 26 Luglio - "La modifica al regolamento regionale che consente l'uso dell'arco per l'esercizio dell'attività venatoria è un errore gravissimo". Lo afferma il gruppo ambientalista “La Foresta che Avanza”, che aggiunge: “Consentire l'uso dell'arco per la caccia di alcune specie di cervidi e bovidi, con la giustificazione di essere limitata per il numero e solo su particolari modelli di arco, fa passare in secondo piano il fatto che è stato concesso un ulteriore strumento ai cacciatori per uccidere gli animali". 
“Le affermazioni dell'Assessore regionale Cecchini sull'uso dell'arco - aggiunge la Fca - sul fatto che ‘deve essere assicurata l'efficacia immediata del gesto venatorio, affinché gli animali non siano vittime di inutili atrocità’, fanno già intendere un'innata contraddizione sull'uso del mezzo, poiché è di fatto improbabile uccidere un animale al primo colpo senza arrecare inutili sofferenze o, peggio ancora, lasciandolo agonizzare nel bosco. La Foresta che Avanza chiede quindi alla Giunta Regionale di non procedere alla modifica del regolamento regionale, un cambiamento che avallerebbe un nuovo concetto della caccia, intesa come un gioco di cecchinaggio, un cambiamento che ha solo lo scopo di aprire la caccia ad un nuovo ‘mercato’ di tiratori scelti”.

venerdì 18 luglio 2014

TERNI: La vicinanza di CasaPound ai lavoratori ternani, "Porteremo il vostro grido disperato sul tavolo d'Europa".


Terni, 18 Luglio - ”Art.1: L'Italia è una Repubblica Democratica fondata sul lavoro”, è il testo degli striscioni affissi da CasaPound Italia Terni davanti alle aziende Ast, Isrim, Fabbrica d’Armi e Tubificio di Terni per esprimere la vicinanza dell’associazione ai lavoratori delle aziende ternane in grave difficoltà ed a rischio chiusura.
“In seguito alle preoccupanti notizie inerenti gli esuberi in alcune aziende che rappresentano il cuore pulsante della nostra città, come il piano industriale della Ast presentato ieri che prevede 550 esuberi e la mutilazione di parte delle attività produttive - afferma Piergiorgio Bonomi, responsabile di Cpi Terni - abbiamo voluto ricordare a chi troppo spesso cita la Costituzione riferendosi alle sole disposizioni transitorie Mancino Scelba,  che nel suo primo punto si afferma chiaramente che il lavoro è un diritto. Rivendichiamo quindi questo diritto, scagliandoci contro una politica ternana incapace di prendere accordi di rilievo, e non di convenienza, con quei sindacati che hanno accettato la svendita totale ai privati dei nostri beni e delle nostre eccellenze, dando praticamente carta bianca ai proprietari di licenziare centinaia di operai”.

“Dal canto nostro - aggiunge Bonomi - ribadiamo quello che già avevamo proposto nel nostro programma per le comunali, ovvero la nazionalizzazione delle acciaierie, così come altre aziende rilevanti, per almeno un 30 %, nonché la socializzazione dell’Ast, così da dare la possibilità agli operai di entrare nel consiglio di amministrazione dell'azienda, dividere gli utili aziendali ed avere potere decisionale nelle sue scelte direttive. CasaPound Italia non lascerà morire le nostre aziende, non lascerà smantellare la nostra storia, pertanto annunciamo fin d’ora la convocazione di un'incontro con sindacati e lavoratori, alla presenza di un Euro Parlamentare che porterà il grido disperato dei lavoratori ternani sul tavolo d’Europa”.

domenica 6 luglio 2014

PERUGIA: CasaPound chiede chiarimenti sui rifugiati politici in arrivo.

Perugia, 4 Luglio - Con uno striscione dal testo “Mare nostrum male nostro”, affisso dai militanti di CasaPound Perugia, il movimento chiede spiegazioni in merito alla notizia dell’arrivo a Perugia di alcuni rifugiati politici. In una nota rilasciata dal responsabile cittadino di Cpi Antonio Ribecco, si legge: “Siamo venuti a conoscenza che a Perugia, in particolare a Castel del Piano, sarebbero in arrivo alcune decine di rifugiati politici grazie all’operazione ‘mare nostrum’, ospitati a titolo gratuito in un luogo non ben definito e sostenuti con servizi dedicati e benefit finalizzati alla loro integrazione.  Chiediamo quindi all’amministrazione comunale di fare chiarezza su una vicenda che, come prevedibile, sta suscitando malcontento tra i cittadini; un’assemblea pubblica sarebbe l’ideale per esporre agli abitanti della zona le motivazioni che hanno portato il Comune di Perugia o chi per lui a compiere questa scelta, e le modalità con la quale verrà espletata”.