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domenica 14 giugno 2015

SPOLETO: CasaPound ricorda l'eroe di guerra Giuseppe Goracci.



Spoleto 13 Giugno 2015. I militanti di Casapound Italia Spoleto hanno voluto rendere omaggio al loro concittadino, Sergente Maggiore Giuseppe Goracci che, esattamente 75 anni fa, sacrificava la sua vita in terra di Francia in modo eroico tanto da meritare la medaglia d’oro al valor militare.
Era il 13 giugno 1940 quando nei cieli di Hyères (Francia meridionale) il giovane secondo
pilota Goracci, a bordo del suo velivolo da bombardamento, pesantemente danneggiato dalla contraerea francese, mise in salvo il suo equipaggio assumendo il comando e riuscì in un atterraggio di fortuna in mare aperto salvando sia suoi commilitoni che la popolazione francese che,
senza il suo intervento, sarebbe caduta vittima dello schianto.
Dopo, e solo dopo aver salvato il salvabile pensò a paracadutarsi atterrando miracolosamente
illeso in un villaggio la cui popolazione, con una ferocia inenarrabile ed indegna, lo uccise a colpi di forcone.
É per questo che i militanti di CasaPound Italia hanno voluto porgere omaggio a uno Spoletino colpevolmente dimenticato dalle amministrazioni "democratiche" che, pur di non associare il proprio nome a quello di fascista, ne hanno cancellato negli anni anche la memoria, oltre alla via ad esso intitolata (attualmente via dei Gesuiti), tanto che a Spoleto, solo pochissime persone ne conoscono la storia!
Un concittadino che fu fulgido esempio di amore per la Patria, spirito di sacrificio,
altruismo e senso del dovere: tutte qualità che fanno di Giuseppe Goracci, spoletino e fascista, un esempio da seguire e non un qualcuno di cui vergognarsi.
Non c'è niente di meglio che riportare integralmente il testo della motivazione alla sua medaglia d'oro per descriverne la grandezza dell'uomo, del soldato e del cittadino.

"Sottufficiale secondo pilota di velivolo da bombardamento, durante un’azione su munita base nemica, nonostante le pessime condizioni atmosferiche e la forte reazione contraerea, coadiuvava validamente il comandante per portare sul nemico la più efficace offesa. Attaccato da soverchiante caccia avversaria, rimasto unico pilota valido al governo del velivolo, sosteneva a lungo e vigorosamente l’impari lotta riuscendo ad abbattere in fiamme un caccia assalitore, mentre a bordo del suo apparecchio, un motore s’incendiava, il motorista veniva ucciso, tutti gli altri compagni feriti. Tentava allora di ricondurre l’apparecchi o col suo carico di gloria e di morte verso il cielo della Patria. Tra le fiamme che ormai investivano la fusoliera, con stoica fermezza ordinava ai compagni feriti di agganciare il paracadute alla salma del camerata deceduto e di lanciarlo al suolo perchè il corpo glorioso non si consumasse nel rogo. Egli si lanciava per ultimo, dopo aver dato ai compagni di volo l’ordine di salvarsi. Ferito e ustionato gravemente, discendeva sulla terra di Francia, ove un’orda barbarica, alla quale opponeva le ultime disperate energie, dava alla sua fronte, a colpi di dava, la corona del martirio. Nell’attimo del trapasso il suo grido fu uno solo: Viva l’italia! Simbolo della fascista gente dell’italia Imperiale. Cielo di Hyères, 13 giugno 1940."